Per Konstantin Levin la campagna era un luogo di vita, cioè di gioia, di sofferenza e di lavoro; per Sergej Ivanovic la campagna era, da una parte, il riposo dal lavoro, dall’altra un utile controveleno alla corruzione, ch’egli prendeva con piacere, consapevole della sua efficacia. Per Konstantin Levin la campagna era tanto bella perché rappresentava il campo di azione per un lavoro indubbiamente utile; per Sergej Ivanovic la campagna era bella perché vi si poteva e vi si doveva restare oziosi.
(Lev Tolstoj)